CNOAS – documento monitoraggio Formazione continua – 3 agosto 2015

Dal sito CNOAS

Formazione continua: il documento di monitoraggio realizzato ai sensi art. 16 comma f) Regolamento, periodo: febbraio 2014 – febbraio 2015.

03 agosto 2015

Il documento di monitoraggio – approvato dal Consiglio nazionale nella seduta del 30 giugno 2015 – è stato impostato con l’obiettivo di saggiare la rispondenza del sistema complessivo alle aspettative di fornire opportunità e strumenti per valorizzare la professione e rispondere alle esigenze di sviluppo della cultura professionale e delle competenze da mettere a disposizione per rispondere adeguatamente alla domanda sociale, intendendo la formazione continua un diritto / dovere e occasione di nutrimento e gratificazione dei colleghi.

Il monitoraggio è stato costruito con l’obiettivo di realizzare il massimo coinvolgimento dei Consigli regionali, nella convinzione che rappresentino un osservatorio privilegiato della comunità professionale e si trovino in una posizione più prossima alle istanze e ai bisogni formativi e in grado quindi di realizzare un dialogo più efficace con i colleghi In un’idea della professione come un sistema articolato di relazioni, la partecipazione dei Consigli regionali attraverso i rappresentanti di area è apparsa uno strumento fondamentale e prezioso.

Il monitoraggio ha fatto emergere una comunità professionale che per quanto mostri un tentativo di entrare nella logica del nuovo sistema, sia dai quesiti diretti, dalle risposte dei Consigli regionali, dal numero di coloro che non si sono registrati nel sistema, fatica ancora a considerare la formazione come un’opportunità / diritto, privilegiando gli aspetti relativi alla dimensione dell’obbligatorietà.

L’adesione dei colleghi c’è stata e i dati lo dicono. Ci si chiede comunque quanto la pressione che i colleghi avvertono intorno alle scadenze, alle regole, l’equivoco ricorrente tra il minimo e il massimo, ecc., induca a vivere in termini adempitivi le esperienze di formazione; d’altro canto il carattere prescrittivo può avere una funzione di contenimento che nel tempo, si spera, si trasformerà in funzione “educativa”, nei confronti dei professionisti più distratti, disinteressati o soltanto troppo assorbiti dalle emergenze del lavoro e/o poco o nulla garantiti nel rapporto di lavoro e che l’obbligo lasci spazio al piacere di uno luogo “sospeso” di riflessione, lontano dall’emergenza quotidiana.

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