CNOAS – comunicato stampa 5 giugno 2014 – La riforma della Pubblica Amministrazione. Le segnalazioni del Cnoas al Governo Renzi

La riforma della Pubblica Amministrazione. Le segnalazioni del Cnoas al Governo Renzi

Il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali condivide le finalità del documento della Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di pubblica amministrazione. “L’intento di rendere più vicina, trasparente ed efficace l’azione amministrativa non può che trovare d’accordo tutti i soggetti che con i cittadini, le famiglie ed i singoli si confrontano quotidianamente per richieste d’aiuto e sostegno” – si legge nel documento inviato. E ancora, “la comunità professionale ritiene molto importante che vengano liberate risorse da investire in servizi ancor prima che in procedure e architetture burocratiche spesso poco attuali”.

Partendo da questi presupposti, il Cnoas ha inviato le sue considerazioni al Presidente del Consiglio e al Ministro Maria Anna Madia, segnalando alcuni aspetti che, a parere del Consiglio nazionale, vanno chiariti per non rischiare di fraintendere o sottovalutare complessità presenti nel nostro Paese.

Dall’agevolazione del part-time, da favorire in particolare per tutti i soggetti che prestano cura o hanno compiti di assistenza a congiunti e conviventi (non solo per i genitori), alla possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero (accordo del Cnoas in linea di principio, ma nella convinzione che per svolgere specifiche mansioni si debba garantire la formazione richiesta per quel profilo); dalla necessità di abbattere alcune rigidità del turn over, partendo dai servizi socio-sanitari a vantaggio prima di tutto alle fasce deboli della popolazione all’obiettivo di garantire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ad esempio con asili nido nelle amministrazioni.

Il Consiglio nazionale chiede inoltre che anche per la professione di assistente sociale sia garantita pari applicazione del regime fiscale. Quella di assistente sociale resta ad oggi l’unica professione ordinata di “pubblica utilità” soggetta ad una pressione fiscale con l’lVA ad aliquota ordinaria e non a regimi agevolati.

“Inoltre -conclude il documento-, per il cittadino che usufruisce dei servizi dei nostri professionisti non è possibile alcuna deducibilità per le spese effettuate; perché mai un cittadino dovrebbe ostinarsi a non semplificare la sua vita, a pagare di più lo Stato, scegliendo un professionista assistente sociale? Ora, semplificazione significa anche questo, a garanzia di servizi e prestazioni professionali ai cittadini, ai genitori, ai figli, ai tanti giovani che vorrebbero avviare la propria attività professionale”.

Si allega il documento integrale inviato al Governo.

http://www.cnoas.it/cgi-bin/cnoas/out.pdf?i=ZZWZNZCZLJPZGZKZSWJPMO&e=.pdf&t=comunicati