CNOAS – Comunicato stampa del 28 luglio 2014 – Decreto Legge 26 giugno 2014 n. 92 e Giustizia minorile: un intreccio virtuoso o rischioso?

Decreto Legge 26 giugno 2014 n. 92 e Giustizia minorile: un intreccio virtuoso o rischioso?

Nel decreto Legge 92/2014 sono previste modifiche che coinvolgono non poco le attività connesse con l’amministrazione della giustizia minorile. “Condividiamo il principio dell’immissione nel circuito penale minorile di giovani fino al compimento del 25° anno di età – ma ciò non può semplicisticamente essere considerato un automatismo” – dichiara Silvana Mordeglia, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali. “E’ paradossale che una norma che è nata per porre un parziale rimedio alle inadempienze del sistema italiano, proprio in un settore delicato come quello minorile – oggetto di riconoscimento e di attenzione positiva nel resto del mondo – rischi di creare serie difficoltà di realizzazione a causa di un impianto organizzativo che risente della carenza di risorse, in particolare di quelle professionali”.

Il principio per cui chi non ha ancora compiuto i 25 anni e che attualmente si trova nel circuito penale per adulti, dove percorsi per i c.d. “giovani adulti” esistono pressoché solo sulla carta, possa essere seguito con modalità diverse è completamente condivisibile, anche perché è scientificamente dimostrato che le misure alternative proprio in questa età, con percorsi progettuali mirati, abbassano notevolmente la recidiva. Per non parlare del forte risparmio sui costi rispetto alla carcerazione, elemento non trascurabile, e della possibilità di non far transitare in carceri per adulti al compimento del ventunesimo anno di età, come invece avviene oggi, giovani che hanno condanne significative per reati commessi da minorenni.

Tuttavia omogeneizzare e rendere ‘compatibili’ esigenze e caratteristiche di infradiciottenni e giovani fino ai 25 anni sia all’interno degli Istituti Penali Minorili (tra l’altro la necessità di differenziare interventi e spazi a seconda dell’età. Al proposito, si ricorda che a tutt’oggi siamo ancora in attesa di un ordinamento penitenziario minorile) sia nelle attività degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM) richiede tempo e risorse così come è necessario che siano chiariti alcuni passaggi – ad esempio, se è possibile e corretto far permanere nel circuito minorile degli infra-venticinquenni che hanno condanne o procedimenti penali per fatti commessi durante la maggiore età e così via…- e, non in ultimo, la consistenza del fenomeno, ad oggi non certa.

Il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali chiede pertanto garanzie per il funzionamento del Dipartimento per la Giustizia minorile cui sono dati nuovi compiti ma le cui sorti sono sempre messe in discussione nonostante la dimostrata efficacia degli interventi posti in essere – nell’interesse dei ragazzi coinvolti, e nel pieno rispetto di quanto chiaramente indicato dalle disposizioni internazionali, tra l’altro ratificate dal nostro Paese.

“E’ mesi che richiamiamo l’attenzione del Governo e dell’opinione pubblica sulla necessità di aumentare le risorse impegnate nel settore della giustizia minorile . Gli assistenti sociali sono solo 350, e si devono far carico degli oltre 19mila ragazzi ed ora si affidano nuovi compiti agli USSM, come quello di occuparsi dei giovani fino ai 25 anni. Anche loro, come gli altri, hanno la necessità e il diritto di accedere ad un progetto personalizzato che prevede la messa in rete di risorse che solo in parte possono essere quelle utilizzate per i minorenni. Gli assistenti sociali tengono conto delle peculiarità di ciascun giovane, costruiscono insieme a lui un percorso individualizzato di reinserimento sociale che prevede l’attivazione di risorse differenziate. Come è possibile fare questo con numeri così risicati? La nostra paura è che, con questi presupposti, si rischi di ipotecare il futuro di questi ragazzi.”

Mettere insieme norme giuste, richiede tempi e modalità condivise con chi lavora sul campo. E’ necessario dare indicazioni concrete e efficaci su come agire per garantire il miglior percorso ai soggetti interessati, non è tempo per improvvisare.