Comunicato stampa del 12 novembre 2018 – Croas Piemonte – Rosina (Presidente Assistenti sociali del Piemonte): “Non è il momento di stare a guardare!”

Comunicato stampa del 12 novembre 2018

Mozione Locci, Comune di Alessandria. Rosina (Presidente Assistenti sociali del Piemonte): “Non è il momento di stare a guardare!”

12 novembre, Torino. Successivamente all’adesione alla manifestazione indetta per dire no al DDL Pillon, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte viene a conoscenza della mozione Locci del Comune di Alessandria, impegnata a proclamarsi città a favore della vita”, ulteriore segnale di messa in discussione dei diritti.
“Non è il momento di stare a guardare. – afferma Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistente sociali del Piemonte) – Gli assistenti sociali, di nuovo, dopo una passata e da molti nostalgicamente ricordata fase storica di cambiamenti (quelli degli anni ’70), hanno ritenuto necessario metterci la faccia e avviare un movimento della contro-narrazione, in cui chiaramente si è impegnati nel rendere la parola a chi sta ai margini o è più fragile. Ma anche a chiunque di noi: corriamo infatti il rischio di vederci limitati nella possibilità di assumere decisioni, di essere ritenuti incapaci di assumere responsabilità, di essere infantilizzati, sminuiti nel ruolo genitoriale e di adulti consapevoli”.

Rosina puntualizza: “Il legislatore non può arrogarsi il diritto di scegliere al posto dei cittadini, minando fortemente la loro libertà e autodeterminazione. Come ben indicato dall’art. 37 del nostro Codice Deontologico, lassistente sociale ha il dovere di porre allattenzione delle istituzioni che ne hanno la responsabilità e della stessa opinione pubblica situazioni di deprivazione e gravi stati di disagio non sufficientemente tutelati, o di iniquità e ineguaglianza. E, in questo caso, non possiamo esimerci dall’affermare che con il DDL Pillon si sia assunta una visione pericolosamente adultocentrica, a scapito del bene preminente del minore d’età, e che si faccia un passo indietro nell’affrontare il grave fenomeno della violenza di genere”.

Sottolinea Rosina: “Dobbiamo aver presente il percorso che ha portato al riconoscimento dei diritti sociali e della giustizia sociale nel nostro Paese, diritti e giustizia di tutte le persone, anche quelle più lontane da noi. Le nostre responsabilità come professionisti, e come cittadini, non sono abdicabili e vanno nella direzione di promuovere l’autodeterminazione, le potenzialità ed autonomie di ciascuno in quanto soggetto attivo”.

Conclude Rosina: “Abbiamo appreso in queste ore di una mozione sulla 194 presentata in un comune piemontese. Apprezziamo che si parli di finanziamenti per politiche per la famiglia, ma queste dovrebbero  essere volte a facilitare, attraverso dispositivi concreti, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, al sostegno ai carichi assistenziali  e di cura, al rinforzo  delle risorse delle comunità, al miglioramento dell’offerta di servizi alle famiglie. Quello che leggiamo sembra, invece, essere una strategia di attacco al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Tale scelta, difficile e sofferta, deve essere assunta da donne e da uomini, come scelta di coppia,  nella consapevolezza ma, anche, nella piena libertà e nel rispetto della normativa e dei diritti, primo fra tutti quello dell’autodeterminazione. Servizi e professionisti dovrebbero essere presenti in numero adeguato per permettere ai servizi pubblici di garantire equità di trattamento. Abbiamo bisogno di aumentare, o quantomeno garantire, servizi consultoriali pubblici in cui donne, uomini, coppie possano essere accompagnati alla scelta nel caso in cui sia in dubbio”.

Carmela, Francesca Longobardi – Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass-media