Giornata Internazionale degli studenti: l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ripensa la scuola a partire dai Patti Educativi

Giornata Internazionale degli studenti: l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ripensa la scuola a partire dai Patti Educativi

In questa fase di povertà economica ed educativa è fondamentale cercare di rafforzare il senso di appartenenza della scuola alla propria comunità di riferimento, rilanciando ed attualizzando l’ispirazione “partecipativa”, istituzionalizzata quasi 50 anni fa ma da tempo in crisi.

Il 17 Novembre si celebra la Giornata internazionale degli studenti, ricorrenza che si tiene ogni anno per rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti a esprimersi. La data risale all’anniversario degli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi che si opponevano alla guerra, e oggi racconta un concetto attualissimo come la povertà educativa. La povertà educativa è un fenomeno multifattoriale, strettamente collegato alla povertà economica, che deriva dalla contemporanea presenza di condizioni che, sommandosi tra loro, tendono a rendere più forti le disuguaglianze.

Secondo dati recenti oggi sono più di un milione i bambini in povertà assoluta nel mondo. Il 13,5% del totale di bambini e ragazzi, oggi non ha i beni indispensabili per condurre una vita dignitosa. Numerose analisi hanno mostrato come uno dei fattori principali di disuguaglianza sia la possibilità di accesso all’istruzione. A fronte di questi dati, la scuola dovrebbe rappresentare un argine alla crescita delle disuguaglianze e garantire a tutti i minori le opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. In questo la scuola italiana sconta carenze storiche (economiche e di investimenti) che la costringono ad affrontare la sfida della povertà educativa con mezzi limitati. a pandemia e gli enormi sforzi sostenuti per garantire la continuità educativa degli studenti l’hanno resa peraltro ancora più fragile.

Questa grave situazione potrebbe in breve tempo ridurre di fatto gli spazi di emancipazione dei giovani già oggi in buona parte (23,1%) incastrati nella categoria dei NEET, 15-29enni non inseriti in alcun percorso lavorativo, di istruzione o di formazione (il numero più alto in Europa). Nel 2021 il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione si è attestato al 12,7%, ancora lontano dal traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue nel 2021 del 9% entro il 2030.

Se si considerano invece i soli dati riguardanti la cosiddetta dispersione implicita, ovvero la percentuale di studenti che, pur non avendo abbandonato la scuola, arrivano al diploma senza aver raggiunto gli obiettivi di apprendimento stabiliti per la fine del ciclo scolastico e non sviluppano quindi le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e dell’Università, tale percentuale è cresciuta significativamente tra il 2019 ed il 2021, per effetto della pandemia, passando dal 7,5% al 9,8%.

Il Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Antonio Attinà, osserva: “Molte delle ragioni che originano i fenomeni della dispersione scolastica si collocano fuori dalla scuola, nei contesti sociali più deprivati delle nostre città e delle aree interne. La scuola svolge un ruolo chiave nella lotta contro il fallimento formativo e i divari, ma non può agire da sola, dal momento che l’impegno e la riuscita scolastica di un allievo sono influenzati anche da fattori esterni ad essa. Le e gli Assistenti sociali piemontesi ritengono necessario garantire un approccio globale, interdisciplinare e integrato per far fronte al problema: un patto educativo di Comunità. Tale approccio – prosegue il Consigliere del CROAS Paolo Ambrosioni – implica il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica (dirigenti scolastici, personale docente e non docente, allievi, genitori e famiglie) in un’azione coesa e collettiva, in collaborazione con la comunità educante. Occorre privilegiare un approccio globale per affrontare le sfide di una società sempre più complessa e una governance che preveda una costante interazione tra soggetti interni ed esterni alla scuola, al fine di garantire il successo scolastico e prevenire l’abbandono. Nel contesto attuale i Patti Educativi possono essere un luogo concreto e ideale non solo per contrastare la povertà educativa, ma anche per immaginare e dare sostegno a nuove modalità di educare e fare scuola.

Conclude Attinà: “Come Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, riteniamo perciò che vi sia un bisogno urgente di agire e incidere su una “comunità educante” che possa assumersi come propria responsabilità la questione educativa sul territorio e per questo supporti, dialoghi e collabori con le scuole. Lavorare sui Patti Educativi significa infatti rafforzare il senso di appartenenza di una scuola alla propria comunità di riferimento, rilanciando ed attualizzando l’ispirazione “partecipativa”, stimolando un contributo attivo dei soggetti del territorio a molteplici forme di educazione permanente. Si tratta quindi di promuovere e radicare l’idea che l’educazione delle nuove generazioni sia un “bene comune” che deve essere assunto come responsabilità collettiva dalla comunità locale.”

Per ulteriori informazioni

Openpolis osservatorio povertà educativa

Rapporto Save the Children

Obiettivi sviluppo sostenibile SDGS 2030

Codice Deontologico Assistenti Sociali

Eugenio Giannetta | +39 339-11.45.787